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Oratorio della Madonna del Rosario di Campoverardo

L'oratorio della Madonna del Rosario di Campoverardo, donato al cappellano di Fossò attraverso la "Mansioneria" Mescalchin.

Descrizione

Costruito dalla famiglia di origine veneziana Sansoni, insieme alla villa padronale di Campoverardo nella seconda metà del Seicento, l’oratorio della Madonna del Rosario si trova nella curiosa situazione di essere inserito nel giardino di una proprietà privata a Campoverardo, nel comune di Camponogara, e in dote alla parrocchia di Fossò.

La proprietà dell’area dove sorge la chiesetta è della famiglia Giantin da più di un secolo: famiglia che, da sempre, cura la manutenzione del piccolo edificio sacro con esemplare attenzione, restaurando a proprie spese, oltre al tetto e al soffitto, anche la splendida pala raffigurante “La Beata Vergine col Bambino, san Giuseppe e santa Scolastica”, pregevole opera del pittore settecentesco di origini romagnole Pietro Tantini.

Fu l’allora proprietario Francesco Mescalchin, nei primi decenni del XIX secolo, a mutare radicalmente il destino dell’oratorio dedicato alla Madonna del Rosario istituendo una mansioneria.

Il racconto di questo episodio di fede, molto documentato, può essere utile per la comprensione dell’usanza da parte delle famiglie nobili, o possidenti, di donare dei beni alla chiesa (nel nostro caso fabbricati e fondi agricoli), attraverso la cui rendita il mansionario, (in questo frangente il cappellano di Fossò), otteneva il necessario sostentamento in cambio del quale era tenuto a celebrare una messa quotidiana perpetua (nella chiesa parrocchiale di Fossò nei giorni festivi, e nell’oratorio di Campoverardo nei giorni feriali), in suffragio dell’anima del testatore e dei suoi famigliari defunti. Tali mansionerie, regolate da atto notarile, hanno rappresentato in molti casi una fonte di preoccupazione per le famiglie, incapaci di soddisfare un impegno (cui era impossibile sottrarsi) e che, stando alle volontà del testatore, si protraeva con effetto giuridico di padre in figlio, per l’eternità.

In occasione di un documento redatto per l’esecuzione di urgenti lavori di restauro dell’oratorio di Campoverardo avvenuti nei primi decenni del secolo scorso, il parroco di Fossò don Roncaglia ricostruiva la vicenda testamentaria di Francesco Mescalchin con le seguenti parole: “Attraverso il testamento datato primo febbraio 1831, pubblicato dalla I.R. Pretura di Dolo il 23 marzo 1840, Francesco Mescalchin detto Maretto istituiva una Mansioneria perpetua per la celebrazione di una messa quotidiana nei giorni festivi nella chiesa parrocchiale di Fossò e nei giorni feriali nel suo oratorio di Campoverardo. La mansioneria fu fondata sopra alcuni immobili e possedimenti agricoli situati a Fossò e Camponogara”. In sostanza, nei modi di pensare del tempo, pochi campi di terra e qualche casa sarebbero bastati, per i secoli a venire, al sostentamento del cappellano di Fossò obbligato a celebrare “in perpetuo” le messe in suffragio dell’anima del pio testatore.

Per la sua splendida doppia facciata (una rivolta a ovest verso la villa e l’altra a nord verso la strada) l’oratorio è sicuramente tra i più preziosi del territorio.

È all’interno che si coglie pienamente il fascino di questo piccolo scrigno di fede, dove il tempo sembra davvero essersi fermato. Suggestioni che prendono vita dallo scialbo dei muri dai quali emergono figure di santi affrescati, dalla raccolta sagrestia che conduce a un piccolo vano protetto da grate, dove i padroni di casa giungevano attraverso il giardino della villa per assistere alla messa in raccolta meditazione. Tutto ciò narra vicende lontane e, per certi versi, misteriose.

Di epoca incerta risultano i numerosi rosari incisi nel marmorino esterno dell’oratorio, probabili ex voto di fedeli devoti alla Madonna del Rosario, venerata in questo luogo da più di trecento anni dalla popolazione di Campoverardo e dei paesi limitrofi.

Una storia da conoscere, valorizzare e proteggere, segno di civiltà e amore per il passato.

Oratorio Madonna

Per saperne di pù

DIEGO MAZZETTO, Il complesso dominicale di villa Sansoni, Barbaro, Dragonetti, Giantin in Campoverardo, in “Luoghi e itinerari della Riviera del Brenta e del Miranese” (a cura di Antonio Draghi), Panda Edizioni, 2018.

Ultima modifica: lunedì, 29 maggio 2023

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